La Diga di Molare oggi

Itinerario 2. Le Garrone

La Diga di Molare si trova in una zona disabitata, impervia ed in alcuni tratti pericolosa. Attenzione: i telefonini difficilmente trovano campo. Per tutti coloro che volessero recarvisi si raccomanda la massima prudenza e buon senso. Cliccando quì è disponibile una carta dei sentieri che in loco NON SONO SEGNALATI. Cliccando qui è inoltre disponibile un file .kmz (Google Earth/Maps) con il percorso a partire dall'uscita A26 di Ovada..

"Le Garrone" è una località del Comune di Rossiglione, posizionata all'altezza di Loc. Ortiglieto ma in sponda destra del Torrente Orba. Costituita da una serie di numerose cascine ed abitazioni sparpagliate tra prati e boschi di castagno e rovere, si sviluppa lungo la valle del Rio delle Brigne, affluente di destra orografica del Torrente Orba. La confluenza avviene proprio in corrispondenza della Diga di Molare.Il disastro del 1935 e la conseguente definitiva interruzione della strada carozzabile, che univa le due sponde della Valle Orba, inflissero un colpo mortale allo sviluppo delle Garrone.

Al contrario però, con il passare dei decenni, la località fu meta di un turismo estivo che vide molti genovesi acquistare la seconda casa "in campagna". E proprio di campagna si tratta poiché la valletta non è più luogo di passaggio ma solo meta di chi ama la tranquillità (se si fa eccezione alle pasquette e ferragosto) e "l'aria buona".

Essendo io un Molarese, nei miei pellegrinaggi alla Diga di Molare, ho quasi sempre preferito il percoso di Bric Zerbino. Alcune volte però ho scelto di raggiungere la Diga dalle Garrone soprattutto quanto il regime idrico dell'Orba non dava sufficienti garanzie per un attraversamento in corrispondenza di Sella Zerbino.

Questo è il resoconto di una mia escursione alla Diga di Molare passando per la vecchia strada.

La vecchia strada che conduceva alla Diga di Molare era ormai avvolta dal fitto manto boschivo anche se ciò non rendeva difficoltosa l'escursione. Dopo poche centinaia di metri di cammino si scorgeva già il Bric Zerbino e una porzione della Diga. La prima parte del Il cammino procedeva in discesa sino a raggiungere "zigzagando" dentro il bosco il Rio delle Brigne. A suo tempo la strada doveva essere abbastanza importante e trafficata in quanto erano ancora visibili numerosi muretti a secco che contenevano i versante ed addirittura un ponte in calcestruzzo armato che consentiva anche ai veicoli un comodo attraversamento del rio.

Questo ponticello sembrava in discrete condizioni, anche se era probabile che fossero più di sessanta anni che un veicolo su quattro ruote non vi passasse sopra. Io ed il mio compagno di viaggio attraversammo il rio; in sponda destra la strada procedeva in leggera salita ed in alcuni tratti era ormai ridotta ad un sentierino di montagna a causa di decine di piccoli smottamenti che nel corso dei decenni avevano ostruito porzioni di rilevato.

Affioramenti rocciosi serpentinitici erano visibili su gran parte del versante sopra di noi, mentre in sponda opposta una piccola pineta sovrasta un ripidissimo dirupo costituito da roccia assai fratturata (morfologicamente mi ricordava la Pineda del Vajont…..). Volgendo lo sguardo verso Bric Zerbino era ben visibile la vecchia casa del custode. Dopo circa 35 minuti di cammino eccoci al cospetto della Diga di Molare. Negli ultimi 100 metri la vecchia strada era totalmente franata: un sentierino raggiungeva non più il coronamento della Diga bensì il canalone che convogliava l'acqua allo sfioratore superficiale. Era impressionante: stavamo camminando dove un tempo milioni di metri cubi d'acqua si scaricavano nel sottostante alveo ormai amputato. Da sopra lo sfioratore, posto sulla spalla destra della diga, ammirai la vecchia valle del torrente che più volte avevo percorso alla base. Dopo una sosta di circa 20 minuti ritornammo verso Le Garrone. Il tratto conclusivo della strada, in salita, ci fece sudare nonostante la temperatura non superasse i 5° sopra lo zero.

Non si era fatto tardi. Arrivammo alla macchina meno di due ore dopo essere partiti alla volta della Diga. C'era ancora tempo per un'ultima piccola scarpinata. La meta era C.na Alberghino la cui storia era indissolubilmente legata alla Diga di Molare. Essa infatti fu ricostruita dalle O.E.G. in quanto, la vera C.na Alberghino giaceva sul fondo del grande Lago. Adesso essa sorgeva su una posizione sommitale rispetto all'invaso e consentiva una panoramica spettacolare su tutta l'area di Sella e Bric Zerbino. In inverno infatti la vegetezione addormentata consentiva campi visivi aperti da più punti dei versanti.

La strada finiva in corrispondenza del cortile antistante la cascina. Non fu difficile trovare il sentierino che scendeva verso il vecchio alveo del Torrente Orba. Era situato sul retro della cascina e scendeva senza pericoli il crinale sino a raggiungere quello che un tempo era il fondale del grande Lago. Costeggiando la recinzione di un orto, si raggiungeva il piccolo corso d'acqua del Rio delle Brigne ed agevolmente lo guadammo. Dopo pochi minuti riuscimmo ad immeterci nella vecchia strada in costa al Bric Zerbino e da quì raggiungemmo nuovamente la Diga, questa volta dalla spalla sinistra.

Ormai stava per imbrunire, tuttavia durante il viaggio di ritorno verso C.na Alberghino, facemmo una tappa. Non ero infatti mai stato ai piedi della Diga di Molare sul lato monte. Questo perchè ciò non mi aveva mai attirato. Si trattava di un ambiente umido-palustre dal quale provenivano suoni e versi poco promettenti durante le stagioni meno fredde. Data la mia avversione per gli esseri striscianti ed insetti vari me ne tenni sempre alla larga. Quel giorno però, il freddo dell'inverno sembrava aver addormentato la vita in quell'antro sperduto. Era una buona occasione per vedere la diga da un'angolazione non consueta. Fu più semplice di quanto avessimo pensato, la vegetazione non era folta ed il gelo facilitò "l'impresa". Il paramento della Diga si specchiava in un piccolo specchio d'acqua alimentato dalle piogge e dal Rio delle Brigne. Era un lontano pronipote di un Lago ben più grande.

 

Parte 3. Il Bric del Lovè e le Puvie

Una visita alla Diga:

In questa pagina sono raccontate due escursioni alla Diga di Molare. Il primo itinerario (vecchia strada) è indicato nell'apposita mappa (cliccare qui) come S.3 mentre il secondo (C.na Alberghino) come S.2. Cliccando qui è inoltre disponibile un file .kmz (Google Earth/Maps) con il percorso a partire dall'uscita A26 di Ovada.

In effetti quest'ultimo itinerario sembra essere il migliore per raggiungere la diga. La vecchia strada infatti non consente di raggiungere il coronamento della diga senza evitare pericolose arrampicate (le sconsiglio vivamente). Il percorso di C.na Alberghino è assai agevole e rispetto all'itinerario S.1 evitata il guado del Torrente Orba in corrispondenza della Sella Zerbino. Al suo posto si dovrà attraversare il ben più agevole ed innocuo Rio delle Brigne.

Come raggiungere le Garrone?

Una volta giunti a Rossiglione (uscite A26 di Ovada o Masone a seconda della vostra provenienza), dovrete:

  • percorrere la SP n.41 per Tiglieto ben indicata che si imbocca poco prima dell’ingresso al paese di Rossiglione per chi proviene da Ovada.
  • Percorrere la SP. n.41 per circa 5 km dopo di che svoltare a destra ed imboccare la strada per Loc. Garrone/Lago di Ortiglieto (SP. n.79 “Via valle Gargassa”) ben indicata.
  • dopo circa 700 mt (tre tornanti in salita) è presente un ulteriore bivio: NON SVOLTARE A DESTRA (altrimenti tornerete a Rossiglione per le Valle del Latte che comunque consiglio di fare al ritorno dall’escursione poiché molto suggestive) ma proseguire dritti in discesa (Loc. Garrone – “Strada Vico Passerella”).
  • Questa stradina che sembra terminare poco oltre, si sviluppa invece per alcuni km e voi dovrete percorrerla quasi interamente per circa 3,5 km. Passere tra villini e cascine, campi e boschetti.
  • Dovrete lasciare la macchina all’altezza di un vecchio villino posto sulla destra della strada, il cui giardinetto è limitato da una serie di pini. Noterete subito dopo, una strada sterrata, sempre sulla destra mentre la strada asfaltata che avete percorso in macchina svolta in discesa verso sinistra.
  • Imboccare a piedi la strada sterrata sulla destra e percorrerla tutta sino a Cascina Alberghino (Itinerario S.2)

Se invece volete percorrere l’Itinerario S.3 (vecchia strada per la Diga) vi consiglio comunque di lasciare la macchina nella stessa posizione del precedente itinerario.

  • Tornate indietro a piedi lungo la strada asfaltata per circa 100-150 mt. Troverete sulla vostra sinistra (se state tornado indietro…) un sentiero semi-nascosto dalla vegetazione poco oltre una centralina di qualche utenza (enel, acqua o gas…). Questo è l’imbocco della vecchia strada per la Diga.

La posizione ove consiglio di lasciare la macchina la troverete su Google Maps alle coordinate 44.562993,8.611844 (copiatele ed incollatele nel campo di ricerca).

Periodi consigliati per una visita alla Diga di Molare.

Premesso che l'tinerario S.1 (Bric Zerbino) è comunque vincolato alla possibilità di guadare il Torrente Orba, i periodi più appropriati sono quelli tra Marzo-Maggio e Settembre(fine)-Novembre. In sostanza Primavera ed Autunno.

Tempi indicativi di percorrenza al netto delle soste:

  • Itineario S.1 (da Sella Zerbino alla Diga andata/ritorno della medesima strada): circa 2.00-2.30 h
  • Itinerario S.1 (giro completo del meandro di Bric Zerbino con due guadi): circa 3.00-3.30 h
  • Itineario S.2 (Garrone-C.na Alberghino con guado andata/ritorno): circa 2.30
  • Itinerario S.3 (Garrone-vecchia strada alla Diga andata/ritorno): circa 2.00-2.30 h

 

Mappa della sezione


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