Molare

Approfondimento: Il Castello di Molare (testi Sig. Cesare Chiabrera Castelli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’attuale Castello di Molare nasce come “casa-forte”, di dimensioni più ridotte, nella seconda metà del ‘500. Ne resta prova la data su una pietra angolare dell’iniziale muro perimetrale. E’ comunque casa rurale in quanto i Gaioli in quell’epoca hanno la loro abituale residenza all’interno delle mura mapaspiniane del paese, dapprima in contrada Valsorita e successivamente nel loro palazzo di contrada Airali. Nei secoli XVII e XVIII subisce notevoli e progressivi ampliamenti e viene creato un giardino all’interno delle mura perimetrali con l’impianto di diverse essenze divenute oggi secolari. Sempre nello stesso periodo avvengono rimaneggiamenti interni quali la creazione di uno scalone padronale, di una citroniera, di un ampio salone di rappresentanza e la ristrutturazione di una preesistente sala in stile rococò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel XIX° secolo, trasferendo la loro dimora dalla contrada Airali al Castello, continuano le trasformazioni. Per dare respiro al portale d’accesso dell’edificio, vengono abbattute alcune case e viene così creata l’attuale Piazzetta Gaioli-Boidi. All’interno il pittore Pietro Ivaldi detto “il Muto” affresca, in concomitanza con le decorazioni della Parrocchia di N.S. delle Pieve, i soffitti di due camere. Nella seconda metà dell’800, con due interventi successivi distanziati tra loro non più di venti anni, viene profondamente mutato l’aspetto esterno del Castello. Tali opere, consistenti principalmente nella modificazione della merlatura e nella sopraelevazione delle torri, di sicura ispirazione dandradesca, anche se non è certa la sua partecipazione al progetto, sono puntualmente testimoniante dalle fotografie scattate attorno al 1885, fortuitamente ritrovate in epoca recente e qui pubblicate. Da aggiungere che durante tali lavori di ristrutturazione del 1880-1885 si verifica un fatto miracoloso. Un muratore, caduto dalla sommità di un’impalcatura, rimane praticamente illeso. Attribuita tale fortunata circostanza all’intervento della Madonna delle Rocche, viene dipinto un ex voto che è tutt’oggi esposto al Santuario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La famiglia Gaioli

Viene per la prima volta documentata in Molare attorno alla metà del ‘500 nella persona di Giovanni, marito di Beatrice e padre di cinque figli, tre dei quali sposano una Tornielli, una Terragni ed un Cazzuli. Ciò fa propendere per relazioni parentali già ben consolidate e quindi ad una loro presenza in Molare anche nei decenni precedenti. Ed infatti secondo una tradizione di famiglia, luogo di provenienza è il comune di Gaiola, nei pressi di Demonte in provincia di Cuneo, luogo al quale si fa risalire anche il cognome. Da Gaiola, si racconta, cacciati dalla popolazione inferocita dalle loro angherie, si trasferirono a Molarealla fine del ‘300, approfittando della presenza alla Badia di Tiglieto, come Abate, di Gaspare de’ Gaioli, loro parente.

 

 

 

 

 

 

 

Tra le figure eminenti della famiglia degne di menzione troviamo:
LUCA (n. 1626) Sacerdote, Consigliere del Duca di Mantova, che interviene nella questione relativa al furto di documenti della comunità (1664) e in una disputa sui confini tra Molare e Cremolino.
GIOVANNI BATTISTA (n. 1682) Notaio, che sposa Anna Maria Cazzuli e con il matrimonio pone termine alle volubili lotte tra le famiglie che duravano ormai da decenni.

GIOVANNI BATTISTA (n. 1742) Religioso Domenicano, che con il nome di Fra Giacinto dei Predicatori viene nominato Priore del Convento di Bosco Marengo (fondato da S. Pio V° Ghisleri) nel breve periodo tra l’omonima battaglia e la soppressione del Convento ad opera di Napoleone Bonaparte. Ritiratosi a Molare, dona alla parrocchia la Santa Spina di N.S. ed altri oggetti sacri.
DOMENICO EMANUELE (n. 1747) fratello del precedente, Sindaco di Molare, che sposa Carlotta Cermelli Inviziati, nipote di Gaspare Boidi Ardizzone. Quest’ultimo, Barone dell’impero napoleonico, lascia erede delle sue sostanze GIUSEPPE, figlio di Domenico Emanuele e investito di titolo di conte nel 1835, che aggiunge al suo il cognome di BOIDI per espressa volontà del prozio. La famiglia si estingue nella persona di Gabrio (1869 – 1935), ultimo di tre fratelli scapoli e senza prole, che lascia sostanze e cognomi a suo cugino CESARE CHIABRERA CASTELLI di Acqui Terme.

Lo stemma della famiglia era caratterizzato dalla blasonatura d'azzurro a tre gigli di giardino, al naturale, uno accanto all'altro, col capo d'oro, carico di un'aquila coronata di nero.

 

 

 

 

 

 

 

Del periodo caratterizzato dalla dominazione di Carlo Magno "Re dei Longobardi" (775-889 d.C.) poche sono le informazioni a noi pervenute. Si presume che sia stato un secolo improntato da una certa stabilità fatta eccezione per le periodiche scorrerie dei Saraceni che arrecarono anche gravi danni alla Pieve.

Note a Margine:

Una doverosa citazione deve essere fatta al Sig. Cesare Chiabrera Castelli discendente della famiglia Gaioli Boidi ed il cui casato gentilizio risale al XIII° secolo. Le straordinarie immagini d’epoca (mai come in questo caso l’attribuzione “immagine d’epoca” è azzeccata) ante-900 riportate in qusta pagine e nell'approfondimento Il Castello di Molare, provengono dal suo archivio privato. I miei più sentiti ringraziamenti per aver voluto condividere tale materiale nochè i testi di questa pagina con www.molare.net ed i suoi numerosi utenti.

I diritti delle fotografie esposte in questa pagina sono detenuti dal legittimo proprietario e cioè il Sig. Cesare Chiabrera Castelli. Il loro utilizzo è dunque subordinato al Suo consenso. Ne fanno eccezione le immagini del castello datate 1900, 1915, 1940 e 1960 essendo esse cartoline postali e naturalmente la fotografia dell'exvoto appartenente alla Banca Dati ex-voto piemontesi di Renato Grimaldi e Roberto Trinchero (CNR)

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