Molare
Parte 2. La Storia di Molare
(Approfondimento: Il Castello di Molare)
(Approfondimento: Molare o Mollare del Casalis)
Il più antico edificio presente in Molare si trova all'interno dell'attuale cimitero ed è rappresentato dalla Pieve di Campale. I primi insediamenti nell'area molarese si concentrarono infatti in Località Ceriato, nei dintorni dall'attuale campo sportivo e del cimitero. Si trattava essenzialmente di una popolazione di matrice ligure, gli Stazielli, la cui origine comunque non è certa.
A partire dal II° secolo a.C., queste tribù di trovarono a dove fronteggiare l'avanzata delle truppe romane. Dopo decenni di furiose battaglie gli Stazielli vennero infine "romanizzati". II nome "Ceriato", ove era presente un antico sito, deriverebbe da Cerere, la dea dell'agricoltura. Il centro abitato di Località Ceriato venne quasi completamente distrutto dalle orde barbariche (i Longobardi) tra il VI° e VII° secolo d.C..
Del periodo caratterizzato dalla dominazione di Carlo Magno "Re dei Longobardi" (775-889 d.C.) poche sono le informazioni a noi pervenute. Si presume che sia stato un secolo improntato da una certa stabilità fatta eccezione per le periodiche scorrerie dei Saraceni che arrecarono anche gravi danni alla Pieve. L'amministrazione carolingia prevedeva la suddivisione del territorio sotto il controllo di Conti e Marchesi che, approfittando della lontananza del governo centrale, crebbero in autonomia. Successivamente fu la stirpe Aleramica a governare le zone molaresi anticipando quella dei Marchesi del Bosco. Il primo documento che riferisce dell'edificazione di un castello di Molare ("Castrum de Molariis") risale al XIII° secolo (1224). Esso era posizionato in prossimità dell'attuale piazza di Molare, in corrispondenza dei giardini pubblici. I Marchesi del Bosco, a causa delle mire espansionistiche della Repubblica Genovese, si affidarono alla protezione dei Malaspina di Cremolino. Di questo periodo occorre evidenziare la figura temutissima e feroce di Isnardo Malaspina che per evitare la frammentazione dei possedimenti di famiglia si sbarazzò dei fratelli e relative mogli costringendo ai voti i consanguinei sopravvissuti.
Dopo la morte di Isnardo (1331), i Malaspina dominarono sino al 1467 quando la discendenza venne interrotta a favore dei Paleologi. In questo periodo i Malaspina provvedettero alla fortificazione del borgo circostante il castello con la realizzazione di una cinta muraria e di un fossato. Il XV° secolo fu tra i più terribili per Molare in particolare ed il Monferrato in generale. La guerra tra Francesi e Lega Italiana, poi la successiva tra Francesi, Spagnoli ed Asburgo martoriarono le terre del Monferrato. Agli orrori della guerra si aggiunse una terribile pestilenza che ridusse di un terzo la popolazione. Dal 1530 sino ai primi anni del 1700 il Monferrato, e quindi anche Molare, furono governati dal Ducato di Mantova della famiglia dei Gonzaga.
Il periodo rappresentò per Molare quasi due secoli di pene e devastazioni. La Valle Orba era considerata terra di frontiera, contesa dai Francesi, Spagnoli, Genovesi, Austriaci e successivamente Piemotesi (i Savoia) ed Austriaci. Il continuo ribaltamento delle alleanze causò al paese di Molare (proprietà degli Spinola) continue occupazioni, distruzioni e nefandezze. Intorno al 1625 venne reso inagibile il vecchio castello di Molare.
L'amministrazione molarese dovette far fronte alle continue liti per i confini con Ovada a suon di reciproche condanne capitali. Ciò rese vana la proposta del 1688 da parte del Comune di Molare di edificare un ponte di legno sul Torrente Orba per ovviare ai numerosi incidenti, anche mortali, avvenuti sulla vecchia pianca (guado), poi sostituita da un servizio a traghetto. Anche all'interno della dirigenza comunale vi erano faide interne come tra le famiglie dei Gaioli e dei Tornielli.
A partire dal 1706 il Monferrato venne annesso al Piemonte dei Savoia. Per circa 40 anni le terre di Molare godettero di un periodo di pace ove si provvide alla riorganizzazione del tessuto urbano, della scuola e degli statuti risalenti ancora all'epoca di Isnardo. Purtroppo le vicende bellicose europee si facevano sentire con continui arruolamenti di giovani soldati e con le pressanti richieste di materie prime. Infine, nel 1743 i Francesi tentarono una nuova invasione in Piemonte. Nell'agosto del 1744 Molare venne assediata da Francesi e Genovesi appostati in sponda destra del T.Orba. Dopo una strenua difesa (costata molte vite tra cui dei nobili Francesco Bonaria e Domenico Danielli) Molare fu depredata prima dei Francesi e poi dai Genovesi.
Ristabilito l'ordine i Savoia i conflitti si trasferirono nell'amministrazione comunale con molteplici faide, con tanto di agguati, per il controllo del paese da parte delle famiglie più importanti (Moscheni, Tornielli, Danielli, Gaioli, Bonaria, Cazzulo). La seconda metà del 1700 fu caratterizzata da un periodo di continua carestia ed a tal riguardo anche l'equilibrio europeo venne sconvolto da avvenimenti epocali: la rivoluzione francese e l'ascesa di Napoleone Bonaparte. Nel 1798 i Savoia dovettero cedere il Piemonte ai Francesi. Un anno dopo l'offensiva Austro-Russa scacciò provvisoriamente i Francesi.
Nel 1800, quando Napoleone ritornò dalla campagna d'Egitto, venne ristabilito il "dominio repubblicano" in Piemonte e quindi a Molare. Numerose furono, prima della vittoria napoleonica a Marengo, le contese in Valle Orba e Stura con tutto ciò che ne conseguì per le popolazioni locali. Il dominio francese durò 18 anni e trasformò radicalmente l'assetto amministrativo.
Le riforme vennero mantenute anche dopo il ritorno dei Savoia. Purtroppo perdurava la condizione di perenne povertà della popolazione e del Comune a causa dei contributi richieste dal governo francese. Nel 1815 i Savoia riacquisirono il Piemonte. Durante l'ottocento l'essetto urbano del concentrico assunse la fisionomia odierna.. nonostante il perdurare dei grandi problemi economici del passato, per quasi un secolo e mezzo, sino al secondo conflitto mondiale, il territorio di Molare non venne interessato da alcun conflitto. La popolazione crebbe sino a 1500 unità; ciò diede l'impulso decisivo all'espansione del nucleo abitato anche al di fuori della cinta muraria. Per primi furono i Moscheni a trasferirsi, seguiti dai Gaioli e dai Tornielli.
I marchesi Raggi lasciarono il paese per installarsi in Loc. Campale, nelle vicinanze di Madonna delle Rocche. Il vecchio fossato che proteggeva il borgo fu riempito e la piazza della nuova chiesa "fuori borgo" assunse una connotazione simile all'attuale. Venne (purtroppo) abbattuto anche il porticato di accesso al borgo e demoliti i resti dell'antico castello. La sede comunale fu trasferita nell'attuale posizione con un successivo ampliamento per l'insediamento della scuola. Tre però furono le opere in assoluto più importanti: la costruzione della residenza dei Gaioli ("il castello di Molare"), la nuova strada Ovada-Acqui Terme (che passava all'interno del paese) e, finalmente, il Ponte di Molare ultimato nel 1857. Queste ultime due opere cambiarono per sempre la configurazione dell'abitato di Molare, consentendo, successivamente, l'edificazione anche sulla piana di Loc. Ceriato (una sorta d'inconsapevole ritorno al passato). Nel 1860 i Molaresi erano 1900. Nel 1893 fu ultimata anche la ferrovia Acqui Terme - Genova ed innaugurata con la presenza del Senatore Giuseppe Saracco di Acqui Terme che tanto fece per l'Ovadese e l'Acquese. Tutte le principali opere costruite in Molare furono il risultato di una cooperazione tra le famiglie nobili, il comune e la popolazione in generale.
Il cambio generazionale che si ebbe tra le famiglie importanti nei primi anni del 1900 determinarono tensioni a livello amministrativo. Ormai gli eredi dei Gaioli, Moscheni ecc preferirono trasferirsi nelle grandi città (Torino, Genova) lasciando le terre in mano a mezzadri che vivevano sfruttando i poveri contadini. All'interno dell'amministrazione comunale erano presenti continue rivalità e risse per il potere che culminarono nel 1907 con il commissariamento straordinario (avv. Giannelli).
Fu proprio in questa fase di debolezza, che un tal Ing. Zunini riuscì, in tutta segretezza, a stipulare con il commissario ed il sindaco di Cassinelle (!!) la prima convenzione per la costruzione di una diga sul Torrente Orba. Lo scoppio della Grande Guerra contribuì ad aggravare le condizioni economiche dei ceti deboli. Il XX° secolo proseguì con il Secondo Conflitto Mondiale. Dopo più di 130 anni si combattè e si morì nuovamente sul suolo molarese.
La selvosa Valle Orba offriva ai numerosi partigiani sparpagliati nei boschi, ripari e nascondigli relativamente sicuri, rispetto a quelli che i colleghi di Alba, Asti e Cuneo potevano trovare nei vgneti. Numerosi furono comunque gli scontri culminati con l'eccidio di Piacastagna ed Olbicella e con pesanti ripercussioni sui residenti.
Tra il dopoguerra e gli anni '70-80' la ripresa economica determinò da parte di molta popolazione l'abbandono delle vita rurale (verso Genova) e lo sviluppo (in molti casi disennato) del tessuto urbano al di fuori del centro storico.
Alcune delle più rilevanti opere realizzate furono la circonvallazione e naturalmente l'impianto sportivo calcistico oltre che la nuova scuola. Oggi Molare è, come Silvano d'Orba e Tagliolo Monferrato, uno dei paesi con maggiore sviluppo demografico. L'abbandono delle campagne verso la città di Genova avvenuto nel '900, è controbilanciato da un afflusso di gente alla ricerca di una maggiore qualità della vita.
Approfondimenti:
Il Castello di Molare in collaborazione con il Sig. Cesare Chiabrera Castelli.
Molare o Mollare dal Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna del Professor Goffredo Casalis (Torino, 1872)
Note a Margine:
Una doverosa citazione deve essere fatta al Sig. Cesare Chiabrera Castelli discendente della famiglia Gaioli Boidi ed il cui casato gentilizio risale al XIII° secolo. Le straordinarie immagini d’epoca (mai come in questo caso l’attribuzione “immagine d’epoca” è azzeccata) ante-900 riportate in qusta pagine e nell'approfondimento Il Castello di Molare, provengono dal suo archivio privato. I miei più sentiti ringraziamenti per aver voluto condividere tale materiale nochè i testi di questa pagina con www.molare.net ed i suoi numerosi utenti.
Goffredo Casalis (Saluzzo 1781-1856) ebbe invece l'idea di raccogliere in un'unica opera tutte le informazioni su ogni singolo comune e villaggio dello Stato Sabaudo. Quest'impresa si concretizzerà con il monumentale "Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna". Nel1855 i volumi pubblicati erano 26. Questa immane opera lo impegnò per tutta la vita, nonstante non avesse mai goduto di ottima salute, riuscì a portare a termine l'impresa anche grazie alla collaborazione con Vittorio Angius. Morì un anno dopo l'ultimazione del suo "Dizionario". Tale opera è costantemente studiata e citata dagli storici grazie al rigore e minuziosità con la quale è stata redatta. Alla lettera M compare naturalmente Molare o Mollare, istantanea del nostro paese nella metà dell'800.
Le famiglie molaresi
(di Cesare Chiabrera Castelli)
Al momento dell’impianto dei registri parrocchiali di nascite, matrimoni e morti (circa 1580) esistono in paese una settantina di nuclei famigliari per una popolazione totale, nel 1604, di circa 324 abitanti. Tra le famiglie più antiche, molte delle quali oggi esistenti o trasferitesi in altri luoghi, possiamo circare: BARBERIS, BONARIA, BOTTINO, CAVATORE, CAZZULI, DANIELLI, GAIOLI, MOLINARI, MOSCHENI, NEGRINI, PERUZZI, SCARAGLI, TERRAGNI, TORNIELLI. I Cazzuli (diminutivo Cacul) già presenti in Campale nel primi anni del ‘200.
Le genealogie di tali famiglie sono state studiate a metà del ‘900 da PAOLO CHIABRERA CASTELLI, che ha lasciato un volume manoscritto ed inedito (“Genealogie delle famiglie molaresi”) per il periodo che va dalla fine del ‘500 alla prima metà dell’800.
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