La Valle Orba

Parte 6. La Frazione di Olbicella

Se ci si lascia alle spalle la Diga di Molare ed il Lago di Ortiglieto (per vedere la cartina cliccare qui), la Valle Orba sembra ancor una volta voler celare i suoi tesori tra irti versanti boscosi a picco sul fiume. Ma è solo una breve intimidazione poiché il visitatore, oltrepassato uno stretto passaggio, giunge in Loc. Vernini e Loc. Gaioni, ove il fiume ha disegnato larghe anse.

In Loc. Isola, costituita da non più di due case, un tempo terminava il grande Lago di Ortiglieto. Una credenza locale (ma sarà solo una credenza ?), narra che in questo tratto della valle, proprio sul fianco della strada, sia sepolta una vecchia chiesetta dei Frati Cistercensi distrutta da una frana. L'unico dato certo è che in quel punto, poco prima di raggiungere C.na Isola, sia presente un piccolo corpo detritico che degrada dolcemente verso i verdi prati del fondovalle. Cosa vi sia sotto non è dato sapere. La strada prosegue ed arriva allo spettacolare meandro di Loc. Coscia, dove ampi campi in piano fanno da contrasto alla quasi verticale sponda destra della valle. La C.na Coscia sorge pochi metri a monte della strada e da lì partono alcuni sentieri che consentono di ascendere i versanti boscosi e riscoprire antichi cascinali assopiti nel tempo che fu come la bella C.na Nespolo, C.na Garronni, C.na Battagliosi ecc…Da Loc. Coscia si giunge dopo alcune curve, ad Olbicella, la più remota tra le frazioni di Molare. Sorge tra due bricchi che sembrano proteggere il piccolo borgo: a sud il Monte Poggio (quota 809 mt) ed a nord il Monte Rotondo (quota 704 mt). Il paesino tuttavia non è cupo; il fondovalle è caratterizzato da pendenze non elevate e la presenza poco più a monte dell'abitato, della valle del Rio Olbicella e del meandro di Loc. Conobio, determina un panorama a più ampio respiro rispetto ad altri tratti dell'Alta Valle Orba.

Obicella è un borgo costituito da poche case e da molte cascine disseminate tra i boscosi versanti. A chi giunge da Molare, il primo edificio visibile è il vecchio mulino, poco sotto la strada, recentemente ristrutturato, ove è presente ancora la grande ruota azionata dalle acque di un piccolo ruscello. Al centro è posizionata la bella chiesetta di San Lorenzo e il vecchio Albergo di Talin oggetto attualmente di ristrutturazione e sede di una trattoria molto frequentata dai conoscitori della zona. Difficile identificare in questo contesto una vera e propria piazza, data l'esiguità degli spazi. Oltrepassato lo stretto agglomerato di case la strada si biforca: la deviazione a destra, in salita, rappresenta una delle più antiche mulattiere di questa zona che collega da tempi immemori Olbicella alla Frazione di Piancastagna nel territorio comunale di Ponzone. Queste due località furono, durante il secondo conflitto mondiale, protagoniste dei momenti più bui che la storia umana di questi luoghi ricordi. Ma questi posti sono anche di grande suggestione. La strada si arrampica nella sella che raccorda il Monte Rotondo ed il Monte Poggio. Un tempo, sembra impossibile, queste terre erano per la maggior parte coltivate a vite. Numerose sono le cascine posizionate in posti isolati: C.na Palareta, C.na Bricco sino a raggiungere il bivio per Loc. Batresca (Ponzone). Raggiunta la sommità della salita alcuni sentieri conducono sulle cime dei due monti che dominano la valle e, nelle giornate più belle, si può ammirare un panorama mozzafiato. Ritornando ad Olbicella, la strada asfaltata prosegue diritta in leggera discesa attraversando il versante, la cui storia è connotata da numerosi profondi e lenti movimenti, sino a raggiungere il ponte sul Rio Olbicella. La maggior parte delle persone, anche del luogo, chiamano questo rio col nome di Orbarina cioè “piccola Orba”. Anche se il nome può essere azzeccato, poiché è il rio rappresenta il tributario più importante dell'Alta Valle Orba, l'Orbarina è nella realtà un altro affluente del torrente Orba, posizionato diversi chilometri più a monte, presso l'abitato di San Pietro d'Olba.

Il Rio Olbicella invece nasce dai versanti del Bric Berton (quota 766 mt) nel Comune di Ponzone e costituisce uno dei settori più selvaggi e pittoreschi dell'intera Valle Orba. Una mulattiera ed una serie di sentierini (purtroppo quasi mai ben indicati) si addentrano in questa piccola valle secondaria riscoprendo angoli naturalistici pressoché incontaminati come, per esempio il Pian del Fo (o Fuoco) già nel Comune di Tiglieto (provincia di Genova) che è l'avamposto settentrionale del Parco del Beigua.
Un altro angolo di straordinaria bellezza è costituito dalla valletta del Rio Arzella, tributario di sinistra orografica del Rio Olbicella. Qui sembra di stare in un “micro canyon” del Colorado ove il ruscello ha inciso nella nuda roccia una serie di cascatelle, scivoli, marmitte e laghetti frequentati nella stagione estiva dai maggiori conoscitori della zona. Se si ritorna al ponte sul Rio Olbicella, la strada oltrepassa definitivamente l'omonima frazione per dirigersi verso il paese di Tiglieto. Questo tratto della Valle Orba è di gran lunga uno dei più belli e spettacolari e la strada, a picco sul roccioso alveo fluviale, consente svariate viste assai pittoresche (anche se consiglio di ammirarle a vettura ferma !).

Olbicella possiede anche “una protuberanza” in sponda destra del Torrente Orba, un piccolo ritaglio “sottratto” chissà quando alla Liguria. E' C.na Canobbi, un piccolo pianoro sopraelevato circa 40 mt dall'alveo del fiume. Analogamente alla Loc. Albareto (anch'essa tra l'altro in sponda destra), un attento osservatore può notare che la terra rossa presente contiene ciottoli fluviali, testimonianza di un tempo remoto ove l'Orba depositò il suo carico. La strada Molare – Olbicella è una via di grande suggestione anche di notte. Nella maggior parte dei casi capita che essa sia attraversata in tutta fretta da molti animali del bosco, dalla faina sino al cinghiale ed al capriolo

. Stagione migliore per apprezzare questo tratto di valle è senza dubbio la primavera (Maggio – Giugno) soprattutto in bicicletta. La salita che conduce ad Olbicella è abbastanza agevole in mountainbike. Anche l'autunno (Settembre – Ottobre) con i suoi colori valorizza questi luoghi, così come il bianco inverno. In questo caso però, anche se le strade sono di norma pulite dai mezzi anti-neve, non è consigliabile avventurarsi con vetture non adatte. Ma delle stagioni, la più frequentata è comunque l'estate. Ovviamente a chi voglia scoprire il fascino della valle sconsiglio fortemente i weekend estivi caratterizzati da lunghe file di auto accostate alla sede stradale. La tentazione di una rinfrescata nelle limpide acque del torrente attira non poche persone il cui grado di civiltà copre un ampio arco di valori…..


La festività principale della frazione di Olbicella si svolge ad Agosto nel fine settimana di San Lorenzo. Sono organizzate serate gastronomiche molto frequentate dalla folla in fuga dalla calura estiva delle "basse quote". Le specialità sono le grigliate ed i ravioli naturalmente accompagnati da vino rosso.

La frana di Olbicella.

Anche se si sente sempre sostenere che “gli antichi ben sapevano dove costruire le case....” ciò molte volte non corrisponde al vero. Il fatto che ci siano ancora in queste vallate molti fabbricati secolari non esclude che altrettanti se non di più siano spariti per “cause non del tutto naturali”…. In queste vallate la premessa fondamentale per la costruzione di una cascina o di un borgo era una soltanto: la possibilità di coltivare la terra. Per far ciò si ricercavano le poche aree non troppo in pendenza e ricche d'acqua. Olbicella così come San Luca erano ottimali a tal fine. Sfortunatamente però queste due favorevoli connotazioni sono nella maggior parte dei casi indicatrici dell'esistenza di più o meno antichi corpi di frana che in determinate circostanze possono ancora muoversi. Il 29 agosto del 1935 un enorme movimento franoso coinvolse alcune case di Olbicella sparse ai piedi del Monte Rotondo. Fu stimato un movimento di materiale pari a circa 3 milioni di metri cubi. Vi furono soltanto disagi e gravi danni alle strutture. La riattivazione del vecchissimo corpo di frana fu generato dalla grandissima quantità di acqua piovuta in quel tragico mese che determinò il Disastro di Molare. Oggi la frana di Olbicella è assopita ma comunque monitorata con continuità.

Parte 7. Il rastrellamento di Olbicella ed il Capitano Mingo

Note a margine :

Olbicella o Orbicella ?

Sul toponimo della località si può discutere quanto si vuole! Attualmente il nome è “Olbicella” ma in passato veniva usualmente utilizzato il nome Orbicella con un più esplicito riferimento al torrente.
E’ interessante notare quanto riportato sulla cartografia dell’Istituto Geografico Militare (IGM). Nella tavola n.82 “Campo Ligure” aggiornata al 1906 viene riportato il nome di Orbicella, mentre nel successivo aggiornamento del 1926 (ove è raffigurato il grande lago) compare il toponimo Olbicella.
In effetti due altre località, poste a monte della frazione presentano un’assonanza con Olbicella: sono San Pietro d’Olba e Martina d’Olba (Comune di Urbe, SV). Queste però sono sempre state riportate con il loro rispettivo nome. E’ probabile che Orbicella abbia perso la sua “r” proprio a causa delle due località anzi citate che hanno forviato il topografo.
Giova ricordare che il Professor Goffredo Casalis, nella sua monumentale opera “Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna” (cliccare qui per visionare la parte relativa a Molare) nel 1856 cita il toponimo Orbicella.
A questa “diatriba toponomastica” non ha certo giovato il fatto che nella sua storia, la frazione sia passata da Tiglieto a Molare e a Cassinelle per poi tornare nel territorio del nostro paese.

 

 

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